Onorevoli Colleghi! - La Galleria del costume di Palazzo Pitti - facente parte della soprintendenza speciale per il Polo museale fiorentino - è stata inaugurata in data 8 ottobre 1983, sotto la direzione di Kirsten Aschengreen Piacenti, con sede nella Palazzina della Meridiana di Palazzo Pitti, dopo l'annuncio del Ministro per i beni culturali ed ambientali onorevole Nicola Vernola, in data 5 marzo dello stesso anno, con il contributo del Ministero per i beni culturali ed ambientali - stanziamento di lire 180.000.000 sul capitolo 8005 dell'esercizio finanziario del 1984 (perizia n. 2 del 13 aprile 1984), nonché della regione Toscana per lire 50.000.000 e dell'Associazione Amici della Galleria del costume di Palazzo Pitti, sotto la presidenza di Raffaello Torricelli, per lire 170.000.000.
      L'ingente patrimonio fino ad oggi acquisito comprende:

          1) la sezione costume e moda (circa 7.000 opere) composta da:

              abiti funebri restaurati di Cosimo I de' Medici, don Garzia ed Eleonora di Toledo;

              abiti e accessori di moda dal XVIII al XX secolo;

              oggetti legati alla cura della persona;

              costumi teatrali (nucleo più importante dalla donazione di Umberto Tirelli);

              figurini e bozzetti per costumi e tessuti (disegni di Thayaht e figurini di Guidi);

 

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              gioielli (nucleo più importante Wiechmann Savioli);

              indumenti di manifattura orientale.

      (L'acquisizione delle opere sopra elencate, ad eccezione degli abiti medicei e di un nucleo proveniente dai depositi dell'ex-monastero della Crocetta, attuale Museo archeologico nazionale, è avvenuta grazie ad una donazione da parte di privati e di istituzioni, e - in percentuale minore - mediante acquisto diretto da parte del Ministero per i beni culturali ed ambientali);

          2) le collezioni di manufatti tessili passati per competenza sotto la Direzione della Galleria del costume:

              frammenti di tessuti antichi (secoli XIV-XIX);

              parati liturgici della Cappella Palatina;

              Fondaco delle stoffe di Palazzo Pitti (tessuti, galloni, passamanerie provenienti dall'arredo delle sale di Palazzo Pitti, siano state queste ultime rimosse o si trovino ancora in loco);

              collezione degli arazzi provenienti dalle soprintendenze fiorentine;

              collezione dei tappeti di Palazzo Pitti.

      L'attività di studio, di restauro e di esposizione si può riassumere in:

          a) otto rotazioni, ovvero cambiamento, a cadenza biennale/triennale, di tutte le opere esposte, seguendo criteri storico-cronologici o a tema, dopo averle sottoposte ad attenta revisione e diagnosi, e, quando lo si sia ritenuto necessario, a delicati interventi di restauro nell'annesso laboratorio;

          b) oltre venti mostre temporanee (durata da due a sei mesi), incentrate su temi specifici inerenti la moda e il costume, alcune delle quali in altre sedi (come residenze storiche del Fondo per l'ambiente italiano) o dedicate a importanti nuclei pervenuti in donazione. Fra queste ultime si citano le esposizioni dedicate alle donazioni di Umberto Tirelli, il guardaroba di donna Franca Florio, Emilio Pucci, Gianfranco Ferré, Renata Tebaldi, e il salotto alla moda. Tre abiti siciliani del settecento, inoltre, sono stati recentemente acquistati dallo Stato;

          c) ben trentadue pubblicazioni specializzate, edite in occasione degli eventi citati.

      In considerazione del patrimonio e delle attività elencati, si ritiene sia giunto il momento di procedere ad un assetto più adeguato della Galleria stessa in riferimento al ruolo sempre più centrale che è venuta assumendo.

      In considerazione, inoltre, della crescente importanza sia culturale che economica della moda italiana e del suo richiamo turistico verso l'estero, si ritiene opportuno conferire autonomia alla Galleria del costume di Palazzo Pitti trasformandola in Museo della moda e del costume, con sede principale in Firenze.

 

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